Mariani : Lisarda, ovvero "amor vuol gioventù", 1990

Festival Barocco di Siracusa

Siracusa, 16 luglio 1990
Palazzo Beneventano del Bosco - ore 21:30

La Lisarda, ovvero "amor vuol gioventù"
Scherzo drammatico in tre atti di Giovannni Battista Mariani (Viterbo, 1659)
Libretto di Ludovico Cortesi da Rimini

revisione ed elaborazione di F. Colusso
Ed. Musicaimmagine, Roma 1990

LISARDA Pamela Borri soprano
CELIA Alessandra Catteruccia soprano
MEDORO Pietro Calabretta controtenore

Silvia De Palma e Renato Giuliani, voci recitanti

Ensemble Seicentonovecento
Flavio Colusso, direttore

regia di Flavio Colusso e Renato Giuliani

Press
Amor vuol gioventù
Tratta da un manoscritto contariniano della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia l’opera La Lisarda, ovvero Amor vuol gioventù è una partitura interessante per più di un motivo e la presente edizione in forma scenica vuole valorizzare appieno la bellezza dell musica e del gustosissimo libretto.
Dalla Drammaturgia di Ludovico Allacci (Venezia, 1775) leggiamo: Scherzo drammatico recitato l’anno 1664 in Bologna e in Viterbo l’anno 1659. Poesia di Ludovico Cortesi da Rimini. Musica di Giambattista Mariani; e dalla Storia aneddotica dei teatri di Bologna di Corrado Ricci (1888): [...] il Fetis dice che quest’opera fu trovata assai buona.

La vicenda è semplice ed è imperniata intorno all’amore impossibile ed importuno della vecchia dama Lisarda per il giovane Medoro, spasimante della giovane Celia che poi si scopre essere figlia della stessa Lisarda.
Bellissima la scena del secondo atto durante la quale la vecchia innamorata, topos sia del teatro colto che di quello popolare, è alle prese con ague, paruche, belletti e mille altre gomme e alambicchi per trasformarsi in piacente seduttrice.
Dopo molti colpi di scena il terzo atto si conclude con il concertato finale sulla morale dell’opera che ne segna anche il titolo: Amor vuol gioventù.

Dell’opera, dedicata all’Illustrissimo D. Innocentio Conti Luogotenente Generale di S. Chiesa etc, e che ebbe all’epoca una felicissima riuscita, si conoscono sicuramente tre esecuzioni, documentate dalle relative stampe dei libretti (Viterbo 1659, Firenze 1662, Bologna 1664), conservate in numerose copie e non solo in Italia.

Dal libretto della prima rappresentazione viterbese leggiamo la dedica firmata da Vittorio Bambini al benigno lettore: Vi rassembrerà forse che una composizione drammatica divisa in tre soli esecutori sia per riuscire tediosa ma sì come il pensiero nuovo, così come l’accortezza dell’autore ha tanto ben saputo compartirlo e adornarlo di scherzi e di brevità che, accompagnato da vaghissima musica, m’assicuro che sia per arrecarvi diletto.