Esercizio spirituale concertato (2005) Commissione di : Andrea Coen coro maschile, perc. (ca. 10’)AllegatiPress
Haydn-Colusso: Le ultime sette parole Andrea Coen
Franz Joseph Haydn assunse nel 1785 la commissione di comporre una nuova “Passione” per la Cattedrale di Cadice, che volle intitolare Le Ultime Sette Parole del Nostro Salvatore in Croce. Ce ne dà riscontro l’Autore stesso nella sua prefazione all’edizione della versione corale dell’Opera stampata per i tipi di Breitkopf & Härtel:
"Circa quindici anni fa fui invitato a scrivere musica instrumentale sopra le Ultime Sette Parole del Nostro Salvatore in Croce. L’incarico veniva dal Vescovo della città di Cadice, nella cui Cattedrale ogni anno era tradizione di eseguire un nuovo Oratorio durante la Quaresima, secondo modalità altamente suggestive ma che comportavano importanti soggezioni per il compositore. Pareti, finestre e colonne della chiesa erano ricoperti di tendaggi neri, e solo un grande lucerniere pendente dal centro della volta rompeva la solenne oscurità; a mezzogiorno le porte venivano chiuse e la cerimonia cominciava. Dopo una breve liturgia, il Vescovo saliva al pulpito, pronunciava la prima Parola (o frase) ed una propria riflessione su di essa; quindi andava a prosternarsi davanti all’Altare per circa dieci minuti, durante i quali si eseguiva la musica. Allo stesso modo il Vescovo pronunciava poi la seconda Parola, una seconda omelia e la musica seguiva la conclusione del suo discorso, per sette volte. La mia composizione era soggetta a queste condizioni, e non era facile scrivere sette movimenti lenti di circa dieci minuti ciascuno senza stancare gli ascoltatori; trovai pressoché impossibile rispettare i limiti di tempo richiesti …"
La commissione era per una musica “Instrumentale”, e Haydn optò originariamente per l’organico orchestrale; ne curò in seguito una versione per quartetto d’archi e una per fortepiano per l’editore viennese Artaria, quella in programma questa sera. Dieci anni dopo aggiunse alla partitura orchestrale quattro voci solisti vocali e un coro a quattro parti, oltre a clarinetti, tromboni e controfagotto, utilizzando un libretto in tedesco. In una lettera al suo editore inglese Forster, Haydn ci presenta così questa sua opera, a ragione ritenuta una vera e propria vetta di spiritualità in musica: «[…] Ogni Sonata sfrutta con semplicità i mezzi della musica strumentale, cercando una via per commuovere anche l’ascoltatore più inesperto nelle profondità della sua anima. L’intera opera dura poco più di un’ora, ma dopo ogni pezzo sarà osservato un breve silenzio, per permettere di contemplare la Parola successiva».
Per questa nostra interpretazione dell’edizione originale per fortepiano, le “Sette parole” sono eseguite nell’intonazione da me sollecitata a Flavio Colusso e da lui composte espressamente per voci e percussioni.