Draghi Projekt : Italia-Austria
L’oratorio erotico: un passatempo da imperatrice
Carlo Vitali - dicembre 2011 - Amadeus
La vedova generosa è il sottotitolo di Giuditta, uno fra i molti oratori composti dal riminese Antonio Draghi per servizio della corte di Vienna nella seconda metà del Seicento. Si sospetta l’omaggio trasversale a un’augusta vedova di radici mantovane, quella Eleonora Gonzaga che, in pieno accordo con l’imperial figliastro Leopoldo I, si consolava della vedovanza importando sulle rive del Danubio musici, poeti e predicatori italiani, con uno stile mecenatesco lodato dai beneficati quale “discreto” e “affettuoso”. […] La Sagra Malatestiana ha offerto sì preziosa riscoperta nel quadro di un progetto poliennale italo-austriaco il cui braccio musicale sta a Roma: l’Ensemble Seicentonovecento diretto da Flavio Colusso. |Con un compatto organico cameristico di due tastiere, due violino e tiorba, come da prassi autentica; con un quartetto di voci esperte nelle più capziose finezze del recitar cantando e della fioritura. Dive già affermate come Gemma Bertagnolli (Giuditta) ed Elena Cecchi Fedi (Abra), più due emergenti di classe: il basso Luigi De Donato (Oloferne) e l’altista Antonio Giovannini. La gentile predicatrice Silvia De Palma intesseva fiori di eloquenza anch’essi d’epoca.
Draghi. Giuditta
Giovanni Andrea Sechi - novembre 2011 - Musica
La Sagra Musicale Malatestiana […] è tra i promotori del «Progetto Draghi: Italia - Austria»: iniziativa di ampio respiro che ha per fine la riscoperta e la pubblicazione della produzione del maestro. […] Draghi stupisce l’ascoltatore con la propria cifra stilistica sofisticata, talvolta riconoscibile ma allo stesso tempo cangiante e imprevedibile, che sa caratterizzare i personaggi con estrema incisività. […]
Il direttore Colusso sa cogliere i particolari della scrittura e li interpreta con gusto, coadiuvato da una compagine strumentale, ma soprattutto vocale, all’altezza del compito. […] |La calorosa accoglienza tributata dal pubblico riminese ha spinto gli esecutori a concedere un bis d’eccezione. Per ricordare Aurio Tomicich, è stata riproposta la scena finale della Sant’Agata di Draghi, ultima composizione – eseguita nel 2009 proprio alla Sagra Musicale Malatestiana – nella quale si esibì il basso triestino. La Cecchi Fedi, Giovannini e De Donato hanno rivissuto con trasporto la scena del martirio della santa, in particolare il soprano (già interprete di una incisione discografica di questo titolo) ha dato eccellente prova di sé, con una capacità di scolpire la parola recitata che oggi, nel repertorio barocco, ha pochi eguali.
Intertwining facets of Italian High Baroque
Carlo Vitali - 23 ottobre 2011 - Opera Today
[...] Such a precious rediscovery was presented in Draghi’s native city as a special project within the 62.nd installment of the Sagra Musicale Malatestiana, a major festival series attracting visitors from several countries. For the third year in a row, Italian and Austrian institutions joined forces to celebrate Draghi, hitherto an injustly neglected composer of the Baroque era. Contrary to the current fade for oratorios, the Rome-based Ensemble Seicentonovecento led by Flavio Colusso didn’t arrange a fully staged production. The venue, a large 18th-century Jesuit church in downtown Rimini, offered visual attractions enough. No props, very few movements from the singers, and passages from period sermons delivered by actress Silvia De Palma shaped the performance as close as possible to the original conditions: half private entertainment, albeit in fashionable court circles, and half act of religious worship. |Of course, most credit for the success goes to the music department. A scanty yet energetic ensemble of two violins, theorbo, organ and harpsichord accompanied a quartet of vocal soloists conversant both with the dramatic subtleties of recitar cantando and the virtuosic coloratura of late 17th-century bel canto. Two recognized specialists as sopranos Gemma Bertagnolli (Giuditta) and Elena Cecchi Fedi (Abra) were complemented by the up-and-coming bass Luigi De Donato (Oloferne) and by the male alto Antonio Giovannini, a beginner who seems poised for great things.
Blood and Guts, Oratorio Style
Carlo Vitali - 19 ottobre 2009 - Musical America
Rimini, a seaside spa on the northern Adriatic coast of Italy, has for 60 years hosted a music festival called Sagra Malatestiana. This fall, its centerpiece was the modern premiere of Antonio Draghi’s 1675 sacred drama, “Oratorio di Sant’Agata.” Born in Rimini around 1634, from 1673 until his death in 1700 Draghi was music director to emperor Leopold I of Hapsburg; his brother Giovanni Battista held a similar post at the British court. The amount of music Antonio wrote for his imperial patron – a talented composer himself who sometimes joined in – is impressive, over 160 operas, oratorios and other dramatic scores, several of which are preserved at Vienna’s National Library.
[…] The international audience that filled the lofty nave of Sant’Agostino on Sept. 18, a church renowned for the frescoes painted by Giotto’s followers, was treated to a bel canto feast, supplemented by plainchant antiphones and flourishes of pious eloquence read by actress Silvia De Palma. Within the singing company, three sopranos in particular showed virtuosic panache and stylistic awareness. |In the title role, Elena Cecchi-Fedi overcame treacherous chromatic passages and trumpeted high clarion notes in response to her torturers. As the harlot Afrodisia, Cristiana Arcari brought unexpected soubrette-ish freshness, building on her competence in coloratura and clear-cut uttering, while mellow Maria Chiara Chizzoni was aptly cast as the Angel-in-waiting to St. Peter, the aged but still majestic bass Aurio Tomicich.
The period band Cappella Theatina was led by Flavio Colusso, who also devised a sober semi-staging of strong symbolic impact, resembling a church rite with its processional and recessional walks, color-coded garments and stylish gestures. Goodness knows what Calixto Bieito, or similar cutting-edge European directors, would have made of this story – a Baroque horror movie of sorts, no doubt.
Antonio Draghi, un riminese da riscoprire
All’Ambasciata Austriaca un concerto dedicato al grande compositore
Giulia Vannoni - 30 novembre 2008 - La Voce di Romagna
Si è aperta sotto il segno del compositore riminese Antonio Draghi (1634-1700) l’ottava edizione di Venite Pastores, […] un concerto all’Ambasciata d’Austria in Italia nell’esecuzione della Cappella Musicale Theatina diretta da Flavio Colusso, che da tempo dedica la sua attenzione al compositore riminese. Agli estratti del San Gaetano si sono aggiunti quelli dell’Oratorio di Sant’Agata (1675), recentemente recuperato e inciso sempre dalla Cappella Theatina. Interpreti gli stessi cantanti del disco, tutti specialisti di questo repertorio, a cominciare dal soprano Elena Cecchi-Fedi, che è stata un’espressiva Agata, vergine e martire patrona di Catania, ricordata per essere stata sottoposta al taglio delle mammelle. Il libretto che descrive il terribile supplizio con termini abbastanza crudi, non è questa volta di Minato, ma porta la firma di Aloigi Ficieni che – come suggerisce il musicologo austriaco Herbert Seifert, oggi il massimo esperto di Draghi – fu un prolifico autore di testi morali e spirituali. |Ad affiancare la Cecchi-Fedi, il contraltista Jean Nirouët, che ha interpretato anche il ruolo femminile della madre di San Gaetano, il tenore Renato Moro – un barocchista di bella voce – e il soprano Silvia De Palma. […] Anfitrione della serata l’ambasciatore austriaco Christian Berlakovits, uno dei fautori del Progetto Draghi: Italia-Austria, che mira a rivalutare la produzione di questo importantissimo compositore, oggi pressoché sconosciuto al grande pubblico. Con l’intento di porre fine a un oblio durato fin troppo a lungo.
L’emozionante Oratorio agatino
Sergio Sciacca - 15 agosto 2006 - La Sicilia
Se le parole non fossero inflazionate diremmo che «Magie Barocche» (il festival internazionale del Val di Noto) a Catania ha regalato un evento eccezionale di arte e fede. Nella chiesa di S. Giuliano, in via dei Crociferi, Flavio Colusso, (un artista che ha tanto frequentato l’arte barocca da comporre madrigali e melodrammi secondo lo stile antico, ma con intelligenti svolte moderne) ha presentato l’Oratorio di S. Agata (1675) di Antonio Draghi (1635-1700) che lui stesso ha ricavato dal manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Vienna. […] Il maestro Colusso non si è limitato a copiare lo spartito: ne ha integrato la dicitura, ne ha reso il dettato con inserti di lode alla Santa e di richiamo alle attuali circostanze di guerra e di pace: fede non è solo ripetere litanie, è pacare i contrasti sociali, operare fattivamente per la pace. […] E’ musica antica e bisogna saperne cogliere le colorazioni: la tiorba sapientemente arpeggiata da Andrea damiani accanto al disegno principale ha riflessi sonori come penombre che attenuando i colori creano una sospensione equivalente alla temperie sacra del dramma. |Lo scopritore del testo dirige, interpreta, accompagna al cembalo con marcature decise […] Vigorosa, possente, risonante secondo i nostri modi, la voce di Aurio Tomicich, che fa rimbombare di certezze eterne il perimetro della chiesa. In prima fila l’arcivescovo Gristina che, come il vastissimo uditorio ha manifestato il compiaciuto elogio per la creazione, per il suo novatore e per gli artisti tutti. […] Una esecuzione che appena finita si vorrebbe risentire, per ritrovare il raffinato intarsio di modalità medievali tra le arguzie barocche. […]