Colusso : Il Sangue, il Nome, la Speranza, 2008
Colusso, cantata sacra nel segno di Puccini e San Gennaro
Stefano Valanzuolo - 31 dicembre 2008 - Il Mattino
Si può nel 2008 concepire una cantata sacra che attinga, rispettosamente, al melodramma italiano più amato? Che mantenga intatto il suo afflato religioso senza per questo rinunciare, ad un pizzico di sana teatralità? Che si dimostri innovativa senza rinnegare le radici? Che faccia riflettere e meditare, come un vero esercizio spirituale, senza tuttavia precludere agli esiti musicali la via di una godibilità ampia ed accessibile? Si può, certo, a giudicare dall’ascolto dell’ultima composizione di Flavio Colusso, direttore della Cappella Musicale Theatina, proposta in prima assoluta qualche giorno fa nell’ambito della rassegna «Venite Pastores» e nel quarto centenario della posa della prima pietra della Cappella del tesoro di San Gennaro, non a caso sede dell’evento. Il Sangue, il Nome, la Speranza il titolo rimanda ad un riferimento preciso, ossia alla «Turandot» pucciniana, scelta a celebrare un altro anniversario importante. Intorno questo topos squisitamente musicale, sottolineato da frequenti e ben sfumate citazioni tematiche, la cantata di Colusso sviluppa senza traumi un sottile gioco di digressioni popolari, in ciò trovando la possibilità di riferirsi al contesto napoletano e a quell’umanità pulsante formata dai fedeli di San Gennaro, vero protagonista di una vicenda condotta tra parole e note, tanto più essenziale per la strumentazione delicata in cui l’elemento vocale risulta preminente. Eccellente per chiarezza e suggestivo per toni l’apporto del coro di voci bianche Juvenes Cantores (diretto da Luigi Leo), efficace la presenza solistica del soprano Ellida Basso, puntuali gli altri musicisti della Cappella Musicale Theatina, diretti dall’autore.