O gloriosa virginum / O gloriosa domina
Inno dell’Immacolata Concezione di Maria (2004)
Ed. Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon, Città del Vaticano 2005
S, S, S, A, T, B, tr, trbn, arpa. (4’)
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Nel 2004, si sono intrecciate due ricorrenze straordinarie: il centocinquantesimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata concezione di Maria e il Giubileo Compostellano, “cammino” di ispirazione e spiritualità profondamente mariana testimoniata dall’abbondante iconografia, dalle preghiere, dai canti e dai racconti dei pellegrini riportati nei Codici medievali giunti sino a noi.
La composizione O gloriosa virginum – che qui si pubblica nella versione per due soprani, alto, tenore, basso, tromba naturale, due tromboni e arpa tripla, con il testo di seguito riportato – nasce “provvidenzialmente” nel clima spirituale di questi due eventi, trovando la sua genesi in un particolare fermento personale di riflessioni che porta a compimento un lungo periodo ricco di “numerosi segni” e tracce ognuno dei quali è pilastro di un’architettura sottile che tutto permea.
O gloriosa domina, excelsa super sidera:
Qui te creavit provide, lactasti sacro ubere.
Quod Heva tristis abstulit, Tu reddis almo germine:
Intrent ut astra flebiles, caeli fenestra facta es.
O gloriosa virginum, salve Maria: mater purissima!
Questi versi trovano la loro fonte testuale nelle prime due strofe dell’antico Inno in onore della SS.ma Vergine attribuito a San Venanzio Fortunato (ca. 530 – ca. 607), Vescovo di Poitiers; ho voluto altrsì aggiungere il verso finale « O gloriosa virginum, salve Maria: mater purissima! » citando parte dell’intervento per il coro interno di Voci Bianche della “Scena del miracolo” che chiude l’opera Suor Angelica di Giacomo Puccini, in cui « ... rispondono le voci degli Angeli che levano l’Inno alla Madre delle Madri ».
Una prima versione “per tre voci a cappella” (soprano, alto e basso), per la quale ho utilizzato il testo modificato da Papa Urbano VIII nella riforma del Breviario Romano del 1632 , costituisce il movimento conclusivo dell’Esercizio Spirituale Concertato Perle d’Amor stillate , un più ampio lavoro “per voci, arpa e pianoforte”, eseguito il 21 giugno 2004 presso Villa Lante al Gianicolo. Nell’Esercizio, diviso in “cinque colori” - uno per ciascun movimento - e articolato intorno alla simbologia cangiante della lacrima-perla-“seme celeste”-“goccia che cura e nutre”-arca-conchiglia-stella, il brano conclude un percorso labirintico fra miti lunari e dialoghi interiori che esprimono la fatica, il travaglio della ricerca dell’Essenza sublime, dell’Unissono-intonazione superiore, vertice che non può essere raggiunto da nessun’altra consonanza, grande dono invocato durante il lavoro attivo e fruttuoso della preghiera raccolta nel silenzio del cuore, qui musicalmente “raggiunto” nel SOL unisono cantato da tutte le voci sulle parole mater purissima.
In occasione della composizione della Missa Sancti Jacobi “super Gracias” – eseguita per la prima volta a Roma, il 13 novembre 2004 nella Basilica di San Giacomo in Augusta – dove è inserito come post-offertorio (IX movimento) quale segno mariano all’interno del proprium jacopeo, il brano viene elaborato nella sua versione “per cinque voci e quattro strumenti antichi”, quella qui pubblicata. Sia il titolo del movimento Hymnus che l’incipit arcaico O gloriosa domina enfatizzano il motto “Ad sepulcrum Beati Jacobi egri veniunt et sanantur”, che rappresenta la meta del pellegrinaggio e l’intenzione dell’intera Missa, alludendo sia alla simbologia della conchiglia-perla-stella che alla devozione popolare, secondo la quale il santo era venerato come “spes et medicina tuorum”; si intende restituire in tal modo agli antichi Hospitali il ruolo di conchiglie del “campus-stellae” per la distillatio delle perle di santità: basti pensare, a titolo d’esempio, alla presenza testimoniata presso l’Ospedale di S.Giacomo di Roma – uno dei più antichi esistenti – e l’annessa Basilica, di personaggi della caratura di san Gaetano Thiene, san Filippo Neri, san Carlo Borromeo e san Camillo de Lellis che qui, nello spirito del servizio, trovarono confermate le istanze della propria vocazione.
O gloriosa Virginum è stato successivamente eseguito singolarmente nella Basilica napoletana di San Giacomo dei Nobili Spagnoli il 20 dicembre 2004, e nel corso di alcune funzioni religiose ed eventi concertistici della Famiglia religiosa teatina, la cui Patrona è la Madonna “della Purità” e il cui ramo femminile, fondato dalla venerabile Madre Orsola Benincasa, è costituito dalle “Religiose Teatine dell’Immacolata Concezione”. Da menzionare anche l’esecuzione fatta in occasione della Solennità “In Conceptione Immaculata B.M.V.”, celebrata presso la Basilica di Sant’Andrea della Valle in occasione del Centenario della ristrutturazione della Basilica e della realizzazione del ciclo di stucchi e affreschi della volta raffiguranti l’Immacolata, le apparizioni miracolose a Madre Orsola e la cerimonia della proclamazione del dogma da parte di Papa Pio IX, nel pregresso cinquantenario.
O gloriosa Virginum ha proseguito il proprio “cammino” d’omaggio alla “Stella del mare” a Genova, “Capitale Europea della Cultura, 2004”, in occasione dell’esecuzione avvenuta il 14 dicembre presso la Basilica teatina di San Siro: ha costituito, infine, un momento di raccoglimento in ricordo delle vittime dello Tsunami nel Sud-Est asiatico, in apertura della “Festa del Te Deum” – sempre in Sant’Andrea della Valle in Roma – a conclusione di un anno meraviglioso e allo stesso tempo drammatico, nella certezza che tutti coloro che avranno camminato portando la propria croce saranno accolti come “stelle” nel cielo.