Humilitas
Oratorio / Esercizio spirituale concertato (2003)
Testo e Musica di F. Colusso
Commissione di : Provincia di Calabria dei Frati Minori, OFM
Ed. discografica : MR Classics, 2003 (1 CD, MR03PR)
12 soli, voce rec, coro misto, strum. antichi, orch. da camera. (ca. 80’)
Audio / Video Foto Press
Humilitas: Esercizio Spirituale Concertato per voci & strumenti ispirato a Sant’Umile da Bisignano
La prima esecuzione di Humilitas è stata realizzata in occasione dei festeggiamenti per il primo anniversario della Canonizzazione di Sant’Umile da Bisignano (1582 — 1637), frate francescano che, da quasi quattro secoli, è modello spirituale per la gente di Calabria e si avvia a diventare per il mondo intero un esempio di quella virtù insegnata e praticata da Gesù, spesso fraintesa o abusata ai nostri giorni. L’evento è nato nello spirito di continuità e innovazione linguistica e sociale dell’antica "pratica dell’Oratorio", pratica in cui storia, preghiera e musica si fondono insieme per condurre l’animo dei partecipanti oltre il piacere estetico dell’ascolto.
Il testo dell’Esercizio Spirituale Concertato è stato elaborato utilizzando frammenti del Paradiso di Dante, citazioni da Giacomo Carissimi e Emilio de’ Cavalieri, e sui documenti storici riportati in Vita, morte e miracoli maravigliosi del devotissimo et umilissimo servo di Dio e di Maria Vergine frat’Umile da Bisignano (1646) di p. Giacomo da Bisignano. Questi ci fa conoscere molti avvenimenti della vita del Santo: dalle sue continue penitenze allo scherno e alle derisioni di cui era fatto oggetto; dalla devozione verso i nove "Cori Angelici" — tant’è che quando parlava degli Angeli la sua voce assumeva vibrazioni differenti — alle tentazioni del demonio che, spesso ed in vari modi, gli recava molestie per sottrarlo alla Grazia; dai fenomeni che si manifestavano all’interno della sua cella — che durante le sue frequentissime estasi si illuminava di una intensa luce dalla quale provenivano canti misteriosi — alle folle di curiosi che si stringevano spesso intorno a lui ...
Nei nove quadri che compongono l’Esercizio, le voci dei solisti e del coro intervengono interpretando di volta in volta sia personaggi che figure simboliche (fra’ Umile, i Sacerdoti sapienti, il popolo devoto e curioso, i frati del convento, angeli, demoni, la voce di Dio), o semplicemente evocando immagini che lasciano aperta per l’ascoltatore la possibilità di "immedesimarsi fruttuosamente" nei molteplici livelli della preghiera e delle esperienze estatiche descritte nel testo: il «dialogo, sempre proiettato nelle prospettive di colloqui mistici, si svolge ora tra figure quasi sempre anonime (...) sfumate in una paradisiaca impersonalità».
In un "ideale" dialogo al di là del tempo e dello spazio si incontrano le voci dei solisti della Cappella Musicale di San Giacomo con quelle del Coro del Convento di Sant’Umile, gli strumenti "antichi" dell’Ensemble Seicentonovecento e gli strumenti "moderni" della giovanissima Orchestra Provinciale di Vibo Valentia.
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«Se mi avessero detto, prima dell’ascolto di Humilitas, che alla fine sarei rimasto in silenzio per non disperdere quello che stavo contemplando, non ci avrei creduto. È successo la sera della prima a Bisignano, a me, povero frate minore, di essere provocato a qualcosa di più di un ascolto passivo di un’opera. Letteralmente trascinato in una sorta di fatica orante o di orazione faticata, estremamente affascinante. L’ascolto di un’opera come questa comporta sicuramente una capacità di contemplazione che superi la mediocrità. L’esercizio spirituale concertato è esercizio sia per chi lo esegue sia per chi lo ascolta. Non si può rimanere indifferenti di fronte all’intensità espressa dall’opera che in certi frangenti esige la partecipazione attiva del cuore se non a tratti della voce stessa dello spettatore che in quel caso è un orante. La figura di un santo come Umile da Bisignano non è facile perché si identifica con il suo nome; è dunque nascosta e allo stesso tempo forte e passionale: la capacità dell’autore è stata proprio quella di aver fatto emergere l’aspetto interiore dell’uomo e del santo, la sua passione per Cristo e per gli uomini, la sua forza, l’intensità di una vita vissuta con coraggio e coerenza.
L’opera arriva all’indomani della canonizzazione di Frate Umile e per questo diventa uno dei pochi mezzi per far conoscere la figura di questo uomo, lontano nel tempo, ma vicino per capacità di vivere intensamente la propria esistenza. È uno dei pochi mezzi perché riesce a esprimere con il suo linguaggio aspetti della vita di un uomo che altrimenti resterebbero chiusi nel forziere dei tesori che gli uomini non sanno dare a parole. È, dunque, con gratitudine che scrivo queste brevi parole, riconoscendo all’amico compositore il merito di avermi fatto assaporare la vita del mio Frate Umile in un modo diverso e sorprendente.
Nell’accostarmi al nuovo santo calabrese, scoprivo cose che avevo il bisogno di confermare in qualche modo. Ecco, l’opera Humilitas me ne ha confermate molte. Grazie Flavio, per avermi lasciato la possibilità di contemplare una vita attraverso la bellezza della tua musica, del tuo canto, della tua poesia».
p. Maurizio Dodaro Guardiano del Convento di Sant ’Umile