Bisanum 996 d.C. il tempio rotondo, da Giano a san Giovanni Battista
Opera multimediale in due parti
di Guido Allegrezza, Antonio Cocomazzi, Flavio Colusso (2006)
Ideazione e Testo di F. Colusso
Commissione di : Ensemble Seicentonovecento
S, voci, voci rec, tape, video, pf, perc. (ca. 60’)
Foto
«Il mythos non appartiene alla preistoria del logos, ma è il suo eterno presente, la sua congeniale espressione linguistica». La nostra opera multimediale - né concerto, né installazione - Bisanum 996 d.C ci introduce nell’affascinante tematica letteraria-musicale-visiva della “trasformazione” nella chiesa cristiana di San Giovanni Rotondo (Puglia) dell’antico “tempio rotondo” dedicato a Giano, dio Padre degli dèi, divinità solare-lunare custode dei passaggi, delle porte, delle iniziazioni e della pace, e che guarda, insieme, al passato e al futuro.
Da molti anni, uniti nel segno insieme centrifugo e centripeto dell’Ensemble Seicentonovecento, siamo impegnati nella “rivisitazione” del passato: Villa Lante ci dà ora lo spunto per rintracciare il “filo rosso” di un percorso millenario che parte dal Gianicolo per approdare alla regione garganica degli antichi Dauni e poi ritornare alla città eterna, “trasmutati” nel corpo e nello spirito, a nuova vita attraverso il battesimo.
Ma il culto del dio bifronte si perde nelle nebbie dell’indefinito e il percorso potrebbe anche essere inverso, ovvero che il dio “passi” dalle acque e dalle foreste del Gargano – che anticamente era un’isola – prima di regnare su Roma e trovare il suo alter nello stagno lunare del culto della Diana nemorensis, nel tempio rotondo galleggiante sul lago di Nemi, il cui territorio aricino è disseminato di erme bifronti.
«La Storia non offre alcuna garanzia di veridicità, né dimostra alcuno scrupolo nel sovrapporre passato, presente e futuro all’insegna di un poiein, di un fare sempre imperfetto, incompiuto; perciò sempre suscettibile di nuovi interventi».
«La sensibilità cristiana poneva in rapporto il nome Johannes con quello Janus, ed entrambi con il termine Ianua. Giano è il dio bifronte che protegge i due termini dell’anno, la fine del precedente e il principio del seguente».
Il Precursore e Battezzatore ha, a centottanta gradi sul cerchio zodiacale, il suo gemello dallo stesso nome, l’Evangelista: i due Giovanni, il Battista e l’Evangelista, janitores delle due Porte solstiziali, custodi dei solstizi, hanno “sostituito” il dio Giano dai due volti, uno di giovane e uno di vecchio, i caratteri unificati della giovinezza e dell’eternità.
La solennità del “battesimo di Cristo” è fissata nel calendario liturgico della Chiesa il 9 gennaio, stesso giorno in cui nell’antica civiltà romana si celebravano i Ludi januari per solennizzare «il dio Giano, cui erano dedicati i due “nuovi” mesi di gennaio e febbraio voluti dal re Numa – re buono e giusto, prototipico flamen Dialis, il sacerdote di Giove strettamente connesso sia al rex sacrorum che al rex nemorensis; l’uno sacerdote di Giano, l’altro sacerdote di Diana» - la cui tomba fu rinvenuta proprio negli horti sottostanti la Villa Lante.
«Ma i santi non sono i successori degli dèi, sono i cristiani i successori dei pagani, ne sono gli eredi, e tale eredità non hanno sostanzialmente rifiutato mai. È la complementarità che ci sfugge, nel momento stesso in cui ne riduciamo i connotati – leggendoli in modo unilaterale – a quelli dell’opposizione. È la circolarità del Tempo che ci sfugge … ».
Il tempio è l’abitazione di Dio sulla terra: immagine del macrocosmo e del microcosmo, è al tempo stesso il mondo e l’uomo, il cui “corpo” è il tempio dello Spirito Santo.
La nostra “opera” si apre con l’accoglienza in Giardino e, dopo un breve “rito di Passaggio” nel salone della Villa – dove quattro piccoli Video mostrano diverse sequenze di immagini, con i cicli “primavera-estate-autunno-inverno; Età dell’Oro-Età dell’Argento-Età del Bronzo-Età del Ferro; infanzia-giovinezza-maturità-vecchiaia”, e si ascolta il canto della sacerdotessa druidica (“Casta diva” dalla Norma, di Vincenzo Bellini) alla dèa lunare – si passa poi nella loggia dove, rinnovati dalla luce, attraverso sei differenti “Porte”, si partecipa alla metamorfosi del rito e del tempo.
Un ringraziamento particolare, per i loro insegnamenti e per le suggestioni offerte durante gli studi relativi a quest’opera, va anche a : Franco Cardini, Bruno Forte, James G. Frazer, Salvatore Antonio Grifa, Arturo Mazzarella, Publio Ovidio Nasone, Alberto Silvestri.