Era da tempo che avevo in mente di scrivere un brano musicale su quello splendido momento lirico presente nel suo famoso monologo "Novecento": l’omonimo protagonista - l’eccezionale pianista nato sulla nave Virginian «nel primo anno di questo nuovo, fottutissimo secolo» e sempre vissuto a bordo sul piroscafo che da tanti anni percorre la stessa rotta tra la vecchia Europa e il Nuovo mondo «con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi» - confessa con toni insieme sognanti e drammatici il forte contrasto di emozioni, di desideri e la sua paura provata proprio ad limina, sulla scaletta della nave, nell’attimo in cui deve decidere se lasciare, in tutti i sensi, la nave della sua vita e scendere nel mondo. Come tutti sanno, da questo bel testo teatrale, Giuseppe Tornatore ha realizzato il film La Leggenda del Pianista sull’Oceano ma proprio la parte di testo che ho messo in musica, dal profondo afflato lirico come sospeso nel Tempo, non è presente nel Film! Appassionato studioso delle risonanze del passato nella Nuova musica, ho più volte impostato le mie composizioni sviluppando la simbologia dell’Esacordo, il sistema degli intervalli delle antiche scale musicali. Anche in questo nuovo brano c’è il riferimento esplicito al “salire” e “scendere”, inteso in diverse modalità materiali e spirituali, una grande metafora della modernità, nella sua difficoltà ad evolvere senza fratture, deflagrazioni, incomprensioni, rinunce, in particolare nella cultura, nelle arti, nel passaggio dal vecchio al nuovo.